Tre poemi di Antonio Carvajal in italiano
Tipo de material: Recurso continuoIdioma: Español Series ; n.5Detalles de publicación: Granada : Universidad de Granada. Facultad de Traducción e Interpretación , 34639Descripción: p. 289 - 316ISSN:- 1130-5509
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Artículos/Analíticas | Biblioteca Bartolomé Mitre | Colección General | H63 (Navegar estantería(Abre debajo)) | Disponible |
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Il canto di Antonio Carvajal, fin dalle sue prime battute, fluisce puro, improntato ad andalusa dolcezza, ma anche ad una sorta di pirezza attica modernmente riproposta, in cui sono avvertibili, attraverso una sapiente fusione tonale che non fa più discernere i punti di tangenza o di intersezione, e al di tangenza o di intersezione, e al di là del posto che gli compete nello stimolante panorama della recente lirica spagnola, echi promananti dagli angelici flauti di Bécquer, dagli antichi liuti provenzali (il provenzalismo, come I`alessandrinismo, è un fatto implicito nelle più squisite distillazioni poetiche del nostro secolo), dagli oboi sommersi del simbolismo ermetico novecentesco senza più gorgoglii strozzati e cesure di soffocamento, ma anche da un certo Neruda, ingentilito, vale a dire liberato dalla sua vena più sanguigna e impetuosa. Ma la sua obbligata e quasi fatale pietra di paragone è Cernuda, che tocca le più intime corde dell`anima contemporanea con la massima e più evoluta fedeltà alla forma tradizionale.
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